di Marco Romanelli
Nella casa inglese del XIX secolo, sotto il regno della regina Vittoria, la varietà degli arredi era pressoché infinita: le poltrone da fumo erano differenti dalle poltroncine da boudoir, le sedie da pranzo diverse da quelle da parata. Infiniti anche i complementi: dai mobiletti per il cucito a quelli per le pipe o per i bastoni, dai comodini per il pitale alle angoliere, dalle étagères alle piattaie. Nessun rimpianto naturalmente per una strutturazione domestica che riguardava pochi eletti e che comunque presupponeva altrettanto vincolanti regole di comportamento.
Sul fronte opposto però, arrivando all’oggi, è mai possibile che l’immaginario dei compratori di arredo si arresti a tre tipologie “maggiori”: la cucina, il divano (che ovviamente non può prescindere da un enorme televisore) e il letto? Figuriamoci per un momento, seguendo i principi della semiotica di Umberto Eco, un alieno che osservasse “dall’esterno” questa trilogia di scelte: quali deduzioni potrebbe trarre riguardo al nostro modo di vivere? Niente più che mangiare, isolarsi (divano+TV), dormire (senza nemmeno fare all’amore).
Ecco perché ci è sembrato importante segnalare alcune scoperte, o riscoperte, tipologiche. Testimonianza di una capacità progettuale che sa ancora insinuarsi nelle pieghe dell’abitare per trovare stimoli e per dedurne oggetti diversi, ricchi di potenzialità. Un atteggiamento da instillare nei giovani designer, ma soprattutto nei produttori affinché non combattano tutti con le stesse frecce al proprio arco.
Andrea Anastasio, sgabello/pouf “Pillow”, Et al.
“Pillow nasce da una riflessione sul bisogno di pausa… che si manifesta durante il corso della giornata e dall'osservazione dei rituali sociali degli esseri umani in diversi contesti culturali”, così dice Andrea Anastasio, proponendo una tipologia ibrida tra la seduta e il pouf poggiapiedi. “Pillow” perde, apparentemente, la struttura, presentandosi come un imbottito, ma autoportante. E assumendo, sia pure nelle ridotte dimensioni, le caratteristiche di un “personaggio” (quasi) di un fumetto.
Pillow, sgabello/pouf con struttura in tubolare metallico e piano in multistrato, il tutto interamente imbottito e poi rivestito in tessuto. Dimensioni cm l.49 x p.37 x h.54
Ichiro Iwasaki, sedute con piani di lavoro “Kiik”, Arper
Ho progettato “Kiik”, dice Ichiro Iwasaki “osservando spazi pubblici come parchi, musei, aeroporti… c’è chi semplicemente sta in piedi, chi conversa con altri, chi telefona, chi aspetta, chi lavora al computer o riposa. I divani tradizionali non sono compatibili con questa varietà di stili di vita”. Partendo dall’analisi del modo di vivere contemporaneo, profondamente modificato dall’uso dei personal devices, Iwasaki progetta non un oggetto, ma un paesaggio. Il risultato è uno “spazio” che, pur rispettando la privacy personale, postula la possibilità di ricominciare a comunicare.
Sistema modulare composto da sedute e piani. I moduli imbottiti, su struttura metallica, misurano cm 63x63, mentre le consolle in legno, rinforzate da barre strutturali, sono lunghe cm 252 e alte alternativamente cm 58, 72 o 105 cm, per usi differenziati.
Junpei & Iori Tamaki Design Studio, servo muto “Tonbo”, Living Divani
Possono gli arredi assomigliare a ideogrammi? Possono gli arredi svolgere il ruolo di sculture? Il progetto, intimamente minimalista, dei Tamaki Design Studio pone simili questioni. “Tonbo” è, infatti, un oggetto assoluto nella sua essenzialità, al punto che persino l’uso per il quale è stato previsto, servente o attaccapanni, pare “sporcarlo”. Lasciamolo vuoto, a svolgere la funzione di un segno poetico nello spazio domestico.
Base in marmo nero Marquinia, bianco Carrara o rosso Levanto, oppure in cemento ad alta resistenza. Struttura in tubolare d’acciaio verniciato. Disponibile in due altezze (h. 160 e 130), è attrezzabile con grucce in metallo e cuoio.
Benjamin Hubert, porta riviste da terra “Basket”, Fritz Hansen
Un tempo era impossibile trovare una casa che non presentasse almeno un portariviste, dal cesto di vimini al contenitore in tondino di metallo nero, magari di fianco alla poltrona principale, quella del padrone di casa. Oggi si tratta di una tipologia quasi sparita (e con essa la poltrona del padrone di casa e il rito della lettura): vi immaginate un Kindle o anche un iPad dentro un cesto? Invece Benjamin Huber recupera proprio certe immagini e certe gestualità anni ‘60, proponendo una forma aperta a conca e un’alta maniglia. Ne risulta un oggetto bello anche da vuoto, ma noi lo speriamo colmo di riviste di arredamento!
Maniglia in massello curvato e coppa in multistrati curvato. Esiste anche la versione laccata. Dimensioni: cm l.53 x p.37 x h.36.5
Spalvieri Del Ciotto, sedute per bambini “Roof Chair”, Magis
Non ancora quarantenni, Simone Spalvieri e Valentina Del Ciotto rappresentano una delle voci più interessanti del giovane design italiano. Dopo gli studi al Politecnico sono coraggiosamente tornati nelle Marche natie, a Tolentino, dimostrando come l’aggiornamento estetico e la ricerca tipologica possano avvenire ovunque. Al Salone 2018, non solo hanno scelto un settore merceologico dimenticato, quale il design per i bambini, ma lo hanno affrontato immaginando un oggetto completamente innovativo (una seduta che in realtà ricorda la forma archetipica di una casa), la cui realizzazione ha richiesto un notevole studio sui materiali.
Poltroncina per bambini con struttura in tubo di alluminio, traversa superiore rivestita in poliuretano espanso flessibile. Tutto ricoperto con uno speciale tessuto in rete di poliestere (blu petrolio o arancio). Dimensioni: cm l.73 x p.51 x h.55
Ronan et Erwan Bouroullec, paraventi “Rayures” Glas Italia
Il paravento è una tipologia formalmente sopravvissuta alla fine della sua stessa funzionalità: “Spogliarsi dietro un paravento?”, “Schermare un’alcova con un paravento?”. Alquanto improbabile oggi. Intatta è rimasta invece la bellezza di un oggetto composto da più piani articolati nello spazio, da superfici “di puro piacere”.
I fratelli Bouroullec accentuano quest’aspetto utilizzando un unico materiale, il vetro, in speciali colorazioni e rigature: lo sguardo viene parzialmente schermato, ma la luce attraversa le lastre con effetti del tutto particolari.
Paravento componibile a pannelli incernierati (cerniere in ottone cromato antracite) realizzati in cristallo stratificato, temperato e colorato. E’ disponibile un elemento più piccolo a specchio. Dimensioni dei pannelli tra i 36 e i 110 cm in larghezza e tra i 90 e i 200 cm in altezza.
Front,“Resting bear”, Vitra
Ancora negli anni ‘60 bambole di porcellana o di pezza venivano posate al centro del letto matrimoniale e, viceversa, chi aveva bambini, correva, all’arrivo degli ospiti, a nascondere orsi, tigri, marmotte e conigli di pelouche, seminati ovunque per la casa. Oggi non è più così, anzi: un inarrestabile spirito “cosy” ha portato persino lo storico marchio svizzero Vitra a produrre un pouf con la sagoma di un animale dormiente, nello specifico un orso (risultato, da un questionario allargato condotto dalle progettiste svedesi, essere l’oggetto affettivo e transizionale per antonomasia). Su di esso poggeremo i piedi seduti su un'impareggiabile poltrona degli Eames o di Aalto? Un interessante segnale di tendenza: l’importante, nella contemporaneità, pare essere il mix, di alto e basso, di severo e ludico, di morbido e duro. Di icone e giocattoli, persino.
Realizzato con schiumato a stampo e micro-sfere plastiche, rivestimento in tessuto di maglia elasticizzato, base in multistrati foderato in velluto. Dimensioni: cm l.92 x p.53 x h.34. Colori mauve o petrolio